Concerti per pianoforte 20 e 24

Clara Haskil
Orchestre des Concerts Lamoureux diretta da Igor Markevitch
Wolfgang Amadeus MozartPhilips 2004


Si studia bene quella musica che entra come per osmosi nel proprio animo e non quella che si studia a bacchetta (do, re, mi, fa, sol, la, si, do). Che strada infinita, che strada lunga, che itinerario senza fine, pieno di sassi, deve percorrere il novantanove per cento della gente del mondo per arrivare alla tenerezza della flessione musicale del vivere e, quindi, della percezione di sé e dei rapporti di cui il Concerto n. 20 per pianoforte di Mozart è l’esempio più grande che abbiamo nella storia.
Ma da dove nasce questo sentimento di sé e dell’esistenza così ardente, vivo e nello stesso tempo così commosso? Sperimentalmente è proprio vero che l’originale attività dell’uomo è quella del riconoscere e constatare. Non c’è niente di più intenso che l’attività di uno che, con la faccia spalancata, guardi un quadro o un volto che gli piace; non c’è niente di più entusiasmante, di più teso, di più vibrante, cioè di più attivo. Credo che la creazione artistica non sia più di così.

(da Una speranza che non muore di Luigi Giussani - estratto dal libretto incluso nel CD)